Caritas
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  • Da tanti anni le attività che svolgiamo sono principalmente quelle di:

     

    Centro di Ascolto delle Povertà: il 1° e 3° sabato di ogni mese dalle 9,30 alle 12: una porta aperta sul mondo, per accogliere, ascoltare e mettersi in relazione con chiunque abbia bisogno. L’aiuto materiale immediato (informazioni per la ricerca lavoro, della casa…ecc) si trasforma spesso in una relazione o in un progetto più articolato e protratto nel tempo, grazie anche alla frequente collaborazione con i Servizi Sociali.

    Distribuzione di abiti, scarpe, biancheria: il 2° e 4° sabato di ogni mese dalle 9,30 alle 12: le persone incontrate al Centro di Ascolto e valutate bisognose possono accedere 4 volte in 4 mesi presentando un cartellino personale.

    Per chi vuole donare abiti per la distribuzione, si consiglia di consegnarli i sabati in cui è aperto il centro di ascolto.
    Ricordiamo anche che è indispensabile che gli abiti siano in buono stato, lavati e stirati; sia perché non è più possibile ora far portare gli abiti al macero e non è nostro compito, ma soprattutto perché anche i fratelli più bisognosi hanno diritto di indossare abiti dignitosi.

  • Dal 2002 la Caritas Diocesana ha attivato un progetto di Accoglienza Invernale.


    Molte parrocchie e privati in tutta la diocesi hanno messo a disposizione alcuni spazi per accogliere chi è senza tetto dal 1 Dicembre al 31 Marzo, e questo è il quarto anno in cui la nostra comunità parrocchiale aderisce al progetto. Il luogo destinato all’accoglienza è l’appartamento della Parrocchia in Via Don P. Borghi, dietro alla Chiesa Nuova.


    Il progetto consiste in un servizio di dormitorio e accoglienza: le persone sono ospitate alla sera e per la notte, mentre durante il giorno si spostano a Reggio. I volontari (suddivisi in due turni ogni giorno, alla mattina e alla sera) aprono la casa e accolgono le persone la sera, e li congedano al mattino, con orari compatibili con i mezzi pubblici.


    L'accoglienza è un'occasione di scambio, condivisione, sensibilizzazione e crescita, sia per le persone accolte, sia per chi le accoglie.
    Non si riesce indubbiamente a sopperire al bisogno di tutti quelli che non hanno un tetto sotto cui dormire, ma per la comunità si tratta di un’importante opera-segno, di un'opportunità di riflessione sui nostri stili di vita, sulle disuguaglianze del mondo, soprattutto in questi anni di crisi socio-economica e culturale. È un'occasione per amare fratelli in difficoltà, che non mancheranno sicuramente di ringraziarci e di donarci molto di più di quanto immaginavamo.

     

    Con alcune persone ospitate gli anni scorsi è nato e cresciuto nel tempo un rapporto di amicizia, e la relazione si mantiene nel tempo. Alcuni di loro sono riusciti ad inserirsi in un percorso lavorativo e abitativo a Montecchio.

     

     
  • Il progetto REMIDA FOOD si prefigge di raccogliere derrate alimentari non più commercializzabili ma ancora perfettamente salubri, da distribuire settimanalmente alle famiglie bisognose di Montecchio. L'obiettivo è quello di rispondere da una parte ai bisogni di prima necessità in aumento a causa dell’attuale crisi economica, dall’altra di promuovere e affermare una cultura di piena valorizzazione delle risorse, di lotta al consumismo e allo spreco, anche attraverso la riduzione del monte rifiuti prodotti con effetti positivi sull’impatto ambientale.

    Gran parte degli alimenti distribuiti proviene dal Banco alimentare, un’importante onlus che opera a livello nazionale, recuperando le eccedenze dei supermercati e ridistribuendole a strutture caritative.

     

    Si tratta di una preziosa attività sostenuta da volontari della Caritas e di altre associazioni del paese coordinate dai servizi sociali. La sede di REMIDA FOOD è presso i locali della ex Coop in Strada Sant'Ilario.

  • Negli ultimi anni come Caritas Parrocchiale abbiamo cercato di “riordinare le idee”, con l’obiettivo di diventare meno distributori di “cose” ma più capaci di farci prossimo ai fratelli che incontriamo.

     

    In questo contesto nasce la stretta collaborazione tra il Centro di Ascolto e il Centro di Aiuto alla Vita, perché spesso le famiglie seguite dal Centro di Ascolto sono le stesse aiutate dal CAV. Infatti il CAV si occupa principalmente del sostegno alle neo-mamme in difficoltà e ai loro bambini, e alle future mamme che senza un aiuto e un supporto avrebbero difficoltà ad accogliere una nuova vita. L’aiuto parte dal sostegno pratico (pannolini, alimenti, accessori ed attrezzature per la prima infanzia…), e arriva a creare con la mamma e la sua famiglia una stretta relazione, grazie a visite domiciliari ed altre occasioni di incontro, in genere nel primo anno di vita del bambino.

     

    Spesso la nascita di un bimbo (o più di uno….) non fa che mettere in risalto bisogni che magari erano già presenti all’interno della famiglia, ma che non erano emersi (ad esempio la situazione di difficoltà economica dovuta alle difficoltà lavorative del capofamiglia). Mettendo insieme le forze, è così possibile avviare un progetto di relazione e sostegno alle famiglie, che spesso va oltre il periodo del post-nascita.

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